8254 domande... a Scuola

Gli hacker fanno domande. TANTE domande. Sin dalle elementari.
E non si fermano mai, fino a quando non hanno ottenuto tutte le risposte.

Nei mesi scorsi ci siamo chiesti quale fosse esattamente la penetrazione dei GAFAM nelle scuole italiane, consapevoli che in una Democrazia la Scuola è più importante del Parlamento.

Preoccupati (ma purtroppo non sorpresi) dai risultati di una analisi preliminare, abbiamo invitato i LUG a sostenere le scuole presenti nei propri territori, aiutandole a comprendere sia i gravi danni che l'uso di piattaforme di sorveglianza per la didattica causa a studenti, insegnanti e genitori (nonché a tutta la società), sia i notevoli rischi legali che la loro adozione comporta per i Dirigenti scolastici.

Responsum abilem

Oggi inizia una nuova campagna di Monitora PA, che si affianca a quella ormai rodata basata sul rilevamento automatizzato e la segnalazione degli illeciti cibernetici.

Avviamo infatti il primo FOIA massivo della storia italiana, come primo passo di una strategia che si svilupperà completamente nei prossimi 3/4 mesi.

Vogliamo liberare 8 milioni di studenti dal controllo dei GAFAM a Scuola.

Lo faremo chiedendo ai Presidi di rispondere delle proprie scelte.

Responsabile, infatti, deriva dal latino "responsum abilem", capace di rispondere delle proprie decisioni passate e soprattutto presenti.

In quest'ottica abbiamo chiesto alle 8.254 Scuole che riceveranno a breve miliardi di euro dall'Unione Europea come hanno speso le risorse precedentemente disponibili.

Abbiamo inaugurato la nostra nuova PEC chiedendo a ciascun istituto:

  1. copia del contratto o altro atto giuridico in forza del quale ha utilizzato ed utilizzerà i servizi di posta elettronica, messaggistica, videoconferenza, didattica a distanza, didattica digitale integrata, registro elettronico, relativamente agli anni scolastici 2020/2021, 2021/2022, 2022/2023;
  2. copia della valutazione d'impatto della protezione dei dati (DPIA) effettuata nell’ambito dell’utilizzo di un servizio on line di videoconferenza o di una piattaforma che consenta il monitoraggio sistematico degli utenti, negli anni scolastici 2020/2021, 2021/2022;
  3. copia degli atti riportanti le misure tecniche previste ed adottate per attivare i soli servizi strettamente necessari alla formazione, nel caso di utilizzo di piattaforme più complesse che eroghino servizi più complessi anche non rivolti esclusivamente alla didattica, negli anni scolastici 2020/2021, 2021/2022, 2022/2023;
  4. copia della valutazione d'impatto della protezione dei dati (DPIA) ai sensi dell'art. 35 del GDPR, effettuata nell’ambito dell’utilizzo delle piattaforme di posta elettronica, messaggistica, videoconferenza, didattica a distanza, didattica digitale integrata, registro elettronico, adottate nell'anno scolastico 2022/2023;
  5. copia della valutazione di impatto del trasferimento dei dati all'estero (TIA), afferente all'eventuale trattamento dei dati in paesi terzi (ovvero che si trovino al di fuori dell'Unione Europea) necessario per la fruizione ed il funzionamento dei servizi di posta elettronica, messaggistica, videoconferenza, didattica a distanza, didattica digitale integrata, registro elettronico, adottati nell'anno scolastico 2022/2023;
  6. copia della valutazione comparativa ai sensi dell'art. 68 del d. lgs. 7/3/2005 n. 82 realizzata per provvedere all'acquisizione delle piattaforme di posta elettronica, messaggistica, videoconferenza, didattica a distanza, didattica digitale integrata, registro elettronico, adottate nell'anno scolastico 2022/2023.

Grazie alla normativa sull'accesso civico generalizzato, le scuole hanno ben 30 giorni per rispondere alle nostre domande.

Un tempo più che sufficiente, considerato che si tratta di documenti già presenti, per Legge, negli archivi dei diversi istituti.

Una responsabilità condivisa

Per analizzare l'enorme mole di documenti che riceveremo, abbiamo preparato una nuova sezione del nostro sito, https://foia.monitora-pa.it dove metteremo a disposizione dei genitori, degli studenti, degli insegnanti, degli avvocati, dei giornalisti e degli attivisti che partecipano alla nostra numerosa comunità online tutte le risposte ricevute.

Speriamo così di poter avviare un intenso dibattito pubblico che permetta ai responsabili di individuare per tempo e correggere eventuali problemi procedurali che potrebbero compromettere l'accesso ai fondi europei da parte delle Scuole o peggio determinare una enorme emorragia di denaro pubblico verso quelle grandi aziende extra-europee che già hanno approfittato per anni della Scuola italiana, imponendole un lock-in fortissimo ai danni di tutta una generazione.

Il dato è tratto! ;-)

La Scuola è il futuro. Nostro e dei nostri figli.
I GAFAM lo sanno e non staranno a guardare.

Ci troveranno pronti.

E voi?