Scarica il Report Più di 60 partiti politici italiani trasferiscono illegalmente all'estero i nostri dati personali, alimentando il capitalismo della sorveglianza che li userà per alterare i risultati delle prossime elezioni.
Perché uno "Speciale Elezioni"?
L'articolo 1 della Costituzione definisce:
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Il popolo italiano purtroppo (o per fortuna) non si riconosce più nella “classe politica” che da decenni occupa il Parlamento senza nemmeno provare ad assumersi la responsabilità di governare, men che meno quella di rappresentare l'intera Nazione.
Questa disaffezione per la Politica, questo scoramento e questo cinico individualismo diffuso, accuratamente coltivati fin dai tempi del piano di rinascita democratica della loggia P2, rendono estremamente facile manipolare il risultato delle elezioni a chiunque possa influenzare efficacemente milioni di elettori.
AdTech vs Democrazia
Tutti sappiamo che società come Google e Facebook fatturano centinaia di miliardi di dollari ogni anno vendendo, ad aziende che vogliono orientare le nostre scelte economiche o finanziarie, piccoli condizionamenti personalizzati in rapidissime aste automatizzate.
L'AdTech sottopone ciascuno di noi a migliaia di questi condizionamenti ogni giorno, sia attraverso la “personalizzazione” dei contenuti che ci vengono proposti (nelle ricerche online, nelle varie app etc…) sia attraverso gli annunci personalizzati cui veniamo esposti.
Ad esempio le coppie di neo genitori, così come i loro amici, riceveranno pubblicità di pannolini, carrozzine o vacanze per famiglie ogniqualvolta i dati riveleranno una elevata probabilità che siano indotti ad acquistarli.
Ma sempre più spesso riceveranno anche “contenuti personalizzati”: i giornali online proporranno loro articoli sull'infanzia più brevi quando sono fermi in coda nel traffico e hanno poco tempo, o più lunghi quando viaggiano in treno e possono leggere con più calma.
Il problema è che la profilazione delle persone può essere usata anche per orientarne o radicalizzarne le opinioni politiche, evidenziando o celando determinate notizie presso gruppi particolarmente sensibili al tema, o normalizzando la marginalizzazione di altri gruppi sulla base delle loro caratteristiche. Questa forma di manipolazione cognitivo-comportamentale è chiamata “nudging” e viene spesso utilizzata per aumentare l'accettazione o il rifiuto di misure specifiche (come la costruzione di un parco pubblico o di una discarica) in gruppi specifici (come gli individui che vivono vicino al luogo selezionato).
Come ha rivelato 4 anni fa lo scandalo Facebook - Cambridge Analytica, non è necessario convincere i cittadini a cambiare drasticamente opinioni politiche oppure a votare in modo antitetico ai propri valori o interessi per influenzare il risultato di un'elezione statunitense o di un referendum come quello che ha causato la Brexit.
Non si tratta infatti di convincere gli elettori con argomenti razionali o con valori o ideali che possano condividere, ma di sfruttarne bias, credenze, emozioni e paure per orientarli a livello subliminale.
A seconda del risultato che chi controlla il canale informativo vuole ottenere, sarà sufficiente inserire fra contenuti forniti a ciascun elettore, in una ricerca online, fra le news o sulla timeline, quei messaggi che più probabilmente lo spingeranno ad andare a votare, piuttosto che ad astenersi.
Per indurlo ad andare a votare potrebbe bastare uno specifico titolo che lo spaventi o lo scandalizzi, magari inoculato in un momento di fretta durante il quale non c'è proprio tempo per approfondire.
Per indurlo ad astenersi potrebbe bastare ricordargli qualche scandalo che riguarda il partito che voterebbe o sui suoi candidati. O magari proporgli qualche articolo sulla litigiosità della coalizione piuttosto che sulla presunta “inutilità” del voto ad un partito meno noto.
Si indurrà il no-vax antipatico a far campagna elettorale per il partito di cui si vuole ridurre il risultato, e l'influencer a commentare la foto del candidato che si vuole favorire, sfruttando le dinamiche di aggregazione o rifiuto che esistono fra i vari profili comportamentali della popolazione.
In altri termini, le stesse tecniche utilizzate dal Capitalismo della Sorveglianza per orientare le nostre scelte economiche fatturando centinaia di miliardi ogni anno, possono essere usate altrettanto efficacemente per aumentare i voti di un partito e ridurre quelli di un altro.
La democrazia e la sovranità popolare vengono così completamente svuotate di significato, pur senza intaccare, formalmente, le procedure democratiche.
Politica… e dati personali
Non a caso, l'articolo 9 del Regolamento Europeo 2016/679 sui Dati Personali vieta espressamente il trattamento delle opinioni politiche dei cittadini a meno di specifici casi eccezionali.
Affinché le “intelligenze artificiali” che permettono questa manipolazione cognitiva su vasta scala funzionino, è necessario fornire loro le intenzioni di voto più probabile per ciascun elettore, in modo che possano selezionare i messaggi più efficaci per orientarlo nella direzione “giusta”.
Google sorveglia già milioni di italiani, quando telefonano o mandano un sms, quando scrivono o leggono un'email, quando mandano una foto al proprio medico, quando visitano un sito web o quando fanno un qualsiasi acquisto… e ne orienta in modo invisibile scelte, opinioni e comportamenti attraverso i contenuti che seleziona per ciascuno di loro.
Ma quali partiti informano Google ogni volta che visitate il loro sito web?
Quali partiti blaterano di sovranità nazionale… mentre permettono ad aziende USA di profilare e manipolare i propri elettori?
Quali partiti blaterano di diritti, di legalità o di europeismo… mentre violano la normativa europea?
Quali partiti blaterano di concorrenza e libero mercato… mentre rafforzano monopoli stranieri?
Siamo hacker: poniamo domande e cerchiamo risposte
Per rispondere a queste domande, abbiamo deciso di orientare il nostro osservatorio su un elenco di partiti politici faticosamente creato dalla nostra comunità.
Fino alla pubblicazione della lista dei contrassegni dei Partiti Politici sul sito del Ministero dell'Interno, abbiamo fatto riferimento anzitutto a Wikipedia, per poi cercare, uno per uno, i siti web e le email di ciascun partito.
Abbiamo già inaugurato il nostro osservatorio ad inizio agosto, richiedendo a 10.162 Pubbliche Amministrazioni di rimuovere Google Fonts.
Il nuovo osservatorio è però molto più potente della versione precedente e permette l'esecuzione di diverse verifiche in parallelo su ciascun sito web.
Così abbiamo deciso di utilizzare le verifiche precedentemente effettuate sulle PA per individuare contemporaneamente la presenza di due tipi di trasferimenti illeciti verso Google LLC da parte dei partiti: quelli dovuti all'utilizzo di Google Fonts e quelli dovuti all'utilizzo Google Analytics.
Sull'illiceità di tali trasferimenti si è già espressa il 16 luglio 2020 la Corte di Giustizia Europea con la sentenza Schrems II che ha riconosciuto come non valido il Privacy Shield in quanto la normativa statunitense impone alle società americane di fornire segretamente qualsiasi dato di loro interesse per qualsiasi cittadino straniero, senza nemmeno il bisogno dell'autorizzazione di un giudice.
L'Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali, il 9 giugno 2022 ha ribadito il concetto, richiamando “all'attenzione di tutti i gestori italiani di siti web, pubblici e privati, l'illiceità dei trasferimenti effettuati verso gli Stati Uniti” e invitando “tutti i titolari del trattamento a verificare la conformità delle modalità di utilizzo di cookie e altri strumenti di tracciamento utilizzati sui propri siti web, con particolare attenzione a Google Analytics e ad altri servizi analoghi, con la normativa in materia di protezione dei dati personali”.
Esattamente come abbiamo fatto in precedenza per le PA, abbiamo dunque scritto ai partiti politici chiedendo l'immediata interruzione di tali trasferimenti.
Se non rispetteranno la normativa, fra 10 giorni li segnaleremo al Garante.
Siamo consapevoli che ad un mese dalle elezioni il danno causato alla democrazia del nostro Paese da questi partiti è irreversibile, ma speriamo che la nostra azione possa almeno aiutare i nostri concittadini a riconoscere le manipolazioni subite e comprendere l'importanza fondamentale della riservatezza delle comunicazioni in una società cibernetica come quella in cui viviamo.
Un'importanza riconosciuta anche dalla nostra Costituzione, la prima legge che questi partiti stanno calpestando:
La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili.
La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge.
I risultati
I risultati della nostra analisi sono talmente avvilenti che abbiamo deciso di presentarli in forma schematica, lasciando agli elettori l'onere di comprenderne la gravità.
Contrariamente a chi vi manipola, vogliamo che pensiate con la vostra testa.
Nella tabella che segue, per ciascun partito che effettua trasferimenti a Google in violazione dei vostri diritti troverete una busta nella colonna che descrive il tipo di trasferimento effettuato.
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Cliccando sul nome di un partito, potrete visitare il sito web analizzato.
NOTA BENE: La presenza di un segno di pericolo ⚠ accanto al link significa che il sito di destinazione installa i cookie di Google Analytics sul vostro browser ancora prima che voi forniate il consenso al cookie banner. - Cliccando sulla busta 📧 nelle colonne Google Analytics e Google Fonts, potete leggere la mail che abbiamo inviato a ciascun partito politico.
- Cliccando sulle eventuali buste nella colonna Risposte, potete leggere le comunicazioni che abbiamo ricevuto da ciascun partito politico.
ATTENZIONE!
A causa dell'illegalità diffusa e della negligenza dei Titolari, evitare il capitalismo di sorveglianza è sempre più difficile.
Poiché i Titolari del Trattamento non hanno adottato efficaci misure tecniche supplementari a protezione dei vostri diritti fondamentali, tutti i siti che seguono informeranno istantaneamente Google o altre terze parti della vostra visita.
Tuttavia, alcuni browser, se usati correttamente, possono ridurre il flusso dei vostri dati personali verso chi vi sorveglia:
In alternativa, potete verificare i trasferimenti avviati da ciascun sito senza visitarlo, attraverso l'ottimo Webbkoll.
Noterete tuttavia che alcuni siti restituiscono un errore quando analizzati da Webbkoll, mentre
funzionano quando li visitate voi.
Non è un caso: la retorica del "non ho niente da nascondere" è pensata per convincere voi, non chi vi governa.
Qualora aveste visitato uno dei siti web compromessi dopo il 16 luglio 2020 (data della sentenza Schrems II) e le vostre opinioni politiche fossero state cedute a Google o ad altre aziende statunitensi, vi invitiamo a presentare formale reclamo presso l'Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali, chiedendo l'imposizione di una sanzione pecuniaria effettiva, proporzionata e dissuasiva nei confronti dei Titolari e di Google, come previsto dall’articolo 83(5)(c) del GDPR.
Gli esclusi
Abbiamo cercato di includere nella nostra analisi tutti i partiti politici italiani, anche quelli che non si presenteranno a queste elezioni, perché i dati personali che trasmettono a Google & friends, verranno comunque usati per influenzare gli elettori.
Ma nonostante i nostri sforzi non siamo riusciti ad individuare i siti web ufficiali di:
- Partito della Follia Creativa
- Gilet Arancioni - Unione Cattolica Italiana
- Alternativa per l'Italia - No Green Pass
- Italia Sovrana e Popolare
Inoltre il sito di Centristi per l'Europa, www.centristixleuropa.it non risulta più raggiungibile, sebbene la Wayback Machine ne confermi l'esistenza fra il 18 febbraio 2017 e il 6 gennaio 2022.
Se questi siti web esistono, sono sfuggiti alla nostra analisi.
Tuttavia il fatto che non esistano non significa necessariamente che tali partiti non stiano cedendo al capitalismo di sorveglianza i dati dei propri elettori: potete probabilmente trovare anche loro su Twitter, su Instagram o su Facebook.
Ricomincia la Storia!
Ad un mese dalle elezioni, Google sa già chi mandare a votare e chi no.
E questo grazie all'ignoranza o alla connivenza dei partiti che hanno tradito la nostra fiducia. Ricordiamolo. Ai seggi e fuori.
Se la sovranità appartiene al popolo che la esercita, non basta votare.
Bisogna fare Politica.