A meno di 24 ore di distanza dal modello di lettera per i genitori che intendono battersi contro l'uso degli strumenti di Google nelle scuole dei propri figli, Stefano Longagnani ha lanciato una nuova iniziativa analoga per i docenti di scuole che adottino analoghi strumenti in violazione del GDPR.
Il file è disponibile in formato OpenDocument così che chiunque possa modificarlo facilmente usando software libero.
Come per la lettera precedente, oltre ai diversi spazi da compilare con i dati della scuola e del docente,
vi sono diversi passaggi che possono essere personalizzati, omessi o estesi a seconda delle circostanze.
Alcuni punti di particolare interesse sono:
- Nell'incipit della lettera Stefano ha nuovamente menzionato Monitora PA, ma di nuovo non è assolutamente necessario. Sentitevi assolutamente liberi di non nominarci o persino prendere le distanze da noi: saremo felicissimi di aiutarvi comunque.
- Nel punto 1 viene menzionato il software libero Moodle, ottima alternativa ai servizi forniti da Google e già disponibile nell'istituto in cui lavora Stefano. Naturalmente, se il vostro istituto dispone di un'altra piattaforma GDPR-compliant in vece di Moodle dovrete menzionare quella, mentre se non disponete ancora di nessuna alternativa libera potrete rimuovere il passaggio.
- Sempre al punto 1 sono elencati diversi trattamenti basati sulle applicazioni di Google che vanno ovviamente adattati all'operatività della scuola in cui lavorate, elencando esclusivamente i trattamenti e i trasferimenti effettivamente compiuti all'interno del vostro istituto.
- Il punto 17 preannuncia un reclamo all'Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali nella malaugurata ipotesi che i trasferimenti illeciti di cui voi e i vostri studenti siete vittime non vengano interrotti entro i 60 giorni dalla ricezione della richiesta.
Una volta personalizzata la lettera, potete inviarla via PEC al vostro istituto o anche solo stamparla e consegnarla in segreteria. Nel secondo caso è importante chiedere la ricevuta con il numero di protocollo, da conservare per l'eventuale reclamo al Garante.
Come in precedenza, data l'enorme varietà di situazioni concrete presenti nelle varie scuole italiane, prevedere tutti i casi è impossibile, ma la chat Matrix / Telegram del nostro progetto è piena di volontari felicissimi di aiutare tutti i docenti che abbiano dubbi o curiosità su come esercitare i propri diritti o anche solo su come presentare reclamo all'Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali.